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Un Nazareno sul balcone
L'erba medica ha un colore antico in questa piovigginosa mattina del primo venerdì di marzo, come la voce della placca di una freccia. ti rendi conto lì. te lo trovi davanti. È un manifesto su un foglio bianco steso su una facciata: “Sandali nazareni”. Da allora, cominci a vedere a tutti i passanti il volto di un Nazareno.. I volti dei nazareni non si vedono, nascosto dalla maschera, a Pasqua. guardano ora. Quel tizio che viene laggiù, con l'impermeabile, con l'ombrello, corpo corto come tutti i sivigliani, paffuto, com'è classico… Che faccia da nazareno ha… e continui a camminare, Alcaicería de la Loza sotto, e sai da dove deve venire, certo che deve venire da lì, quel sivigliano con l'impermeabile e l'ombrello, carnagione così bianca, con una faccia così nazarena. Deve provenire da una di quelle piccole botteghe medievali., che dai balconi fanno capolino il punto esclamativo di un cappuccio straordinariamente lungo come rivendicazione. Il sivigliano con la faccia da nazareno è dovuto entrare in una di quelle botteghe cernudesi, dove in questi giorni i posticci vengono scambiati con cartoneras.
Guardi dentro quei negozi e sono come tanti negozi romantici che hai visto così tante volte a Venezia., a Cadice, All'Avana… Contatori dove il tempo si ferma. Cosa vendono quei negozietti dell'Alcaicería se non il tempo speso? Hanno come un esercito di cappucci schierati a terra, che sembrano inviati dall'Altissimo, per quelli della Madre e Maestra, per quelli della Grande Potenza, per quelli degli studenti… Le confraternite nere fanno dei loro cappucci i caporali dei spendaccioni della squadra di quartiere, cappucci corti di La Lanzada, Speranza di Triana, della Sindone…
Non c'è bisogno che dicano che profuma di Pasqua in questo piovigginoso venerdì mattina, perché in via Alcuceros, nella persiana del patio degli aranci di El Salvador, un poster dice che oggi il Signore del Silenzio sarà tra i baci. Primo venerdì di marzo. La cosa facile era andare alla coda del Prigioniero. Il duro, questa profonda Siviglia che alcuni di noi assaporano. Trovare il silenzio di Siviglia incollato su un manifesto, vedi quel Prigioniero che è il vecchio tempo della città detenuto negli sportelli dell'Alcaicería, tra metriche e barattoli di pasta dal profumo di primi stadi, di nuovi fratelli.
E tu vai da Francos e anche le bandoliere delle pubblicità ti ostacolano. Non c'è un passo qui. da queste parti ci sta, attraverso queste finestre, questo passo rafficato dei vespri. In via Chapineros hanno allestito una nuova vetrina di scudi della confraternita. Vedi lì conferma la tua ipotesi. Più sete portano, e più oro, Più povero è il quartiere da cui proviene quella fratellanza. Chi capisce la lingua che parlano questi scudi dalla vetrina sa ascoltare Siviglia.
E hai girato l'angolo della via delle Ginestre, e lì, davanti a Chicarreros, sì, il tempo si è fermato. Hai visto come quest'anno il tempo pesa sulle vetrine del Siglo Sevillano?? L'orologio segna lì i giorni rimanenti. Guardando questo decadimento, Che anno sarà quella Domenica delle Palme che indica? E vedi una certa agonia di Siviglia in queste vetrine, così brillante una volta, così terra desolata ora. E pensi che mancherà un Siviglia. Ti ritiri verso il corso d'acqua per vedere il balcone. Speri che il Nazareno non sia visibile quest'anno?. Ogni giorno scopri Siviglia. Perché contro quello che pensavi, vi è appoggiato quel nazareno del secolo sivigliano. ha corpo. ha anima. forse è il padre, già morto, del sivigliano dal volto di nazareno che hai visto nell'Alcaicería. È un sivigliano che viene ogni anno dall'altro quartiere, si veste da Nazareno e comincia a vedere come vengono allestite le scatole. Ieri il Nazareno del Secolo Sevillano era al suo balcone ed era un'antica Siviglia ad accendere le sue fiaccole per la Via Crucis del Marchese di Tarifa.
Antonio Burgos / scatole di Pasqua
Incluso nel libro “Siviglia centinaio di scatole”
www.antonioburgos.com