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La vita in un crespo nero
Un altro Nazareno di appena quattordici anni andrà nella prima sezione di Cristo dove sei uscito per la prima volta con una candela, una tunica, una maschera e una cintura di sparto gialla. Un altro Nazareno con una fidanzata porterà un bastone vicino allo stendardo di Cristo, ora un'asta d'argento con una punta di gomma quindi non suona, non come quelle delle nostre umili verghe della confraternita di quartiere, un bastoncino laccato e il biscotto di metallo, e il pinnacolo metallico che ci piaceva far suonare sui ciottoli di Image Street quando eravamo appena usciti, come segnare un passo a forcella dei caricabatterie Cadiz. Un altro Nazareno, nessun maschio nella maschera, andrà con i suoi guanti neri prendendo il manico del Cristo, la tua maniglia, in un cesto che hanno allargato per armonizzarsi meglio con il più antico Crocifisso della Settimana Santa di Siviglia.
e passerà, serio e triste, la fratellanza, con il suo solito stile, che il corpo corto dei Nazareni, ciao grazie, sembra che mantenga tanti ricordi ancora più vivi. Passerà quello stendardo che ha ancora la medaglia su quando le confraternite di Siviglia, l'anno santo di 1950, andarono a Roma per vedere Pio XII, e anche il passaggio di Amarezza ha voluto prendere Luis Ortiz Muñoz, in modo che la grazia sivigliana di un baldacchino entrasse da quella Plaza de San Pedro. Quello striscione è stato quello che abbiamo portato fuori il Sabato Santo, nella rappresentazione della Sacra Sepoltura, Angelo, Manolo ed io, solo tre di noi siamo andati, e siccome la chiesa era molto lontana, lo tenemmo nel soberado di casa fino al giorno del Corpus, che un fattorino della confraternita è venuto a prenderlo per la processione quando il rosmarino era già stato lanciato per strada…
la confraternita passerà, passerà un pezzo della tua vita. Tu conosci lo sguardo della Vergine perché tua madre lo aveva sotto il vetro sul comodino, sotto il piatto del gelsomino estivo, Conosci il profilo di Cristo perché quando ti sei sposato la confraternita ti ha regalato un quadro che hai ancora, con la firma del segretario e l'approvazione del fratello maggiore. E tu vuoi quello che non vuoi, penserai al fratello che quest'anno, per la prima volta, non andrà alla presidenza della Vergine, colui che era tutto nella fratellanza, colui che ha preso un'umile confraternita di quartiere e tra i principali che l'hanno messa. Il suo nome suonerà nella tua memoria quando ora vedrai il copione della giovinezza, e ricorda che è stato lui a cercare i soldi per pagarli e fare un altro sforzo, che la confraternita stava crescendo, ricorderai il suo nome, della sua energia nei consigli generali, del suo orario di lavoro a pulire l'argento in quella stanzetta nel vano scala della torre, quando passo quel gioco di aste delle insegne, il palo, i candelieri, quegli accoliti che vanno davanti al Cristo e che ha cominciato a prendere, alla maniera della Grande Potenza, con un branco di nipoti. Come i server di livrea, così solenne, come tutto ciò che ora comincerà ad accadere nel corpo dei Nazareni a Paso de Virgen, apparteneva alla Vergine e si capiva, tutto doveva occuparsi delle insegne e del passo della Madre di Dio, alla nostra tristezza, i cristeri. E quando arriva il baldacchino, ricorderai il tuo nome quando vedrai quei lampadari a coda unici, il mantello del cui ricamo hai visto il primo punto quella mattina quando la moglie del fratello maggiore sedeva sulla sedia di giunco, e l'officina è stata illuminata dal flash che ha scattato quella fotografia in cui sei con tuo padre, con un cappottino grigio e i primi occhiali da scuola.
E tutto sarà uguale. e, ricordando il suo nome, guardando la tua confraternita, avrete la visione esatta della grandezza che racchiude il passaggio di una confraternita. Quando è arrivato, altri erano già partiti, come se n'è andato ora, e la confraternita continuava ad uscire ogni mercoledì santo. È già andato, e la confraternita continua, perché continua questa vita a Siviglia che abbiamo chiamato Settimana Santa. E in quella crepe nera di Eulogio Castañeda sui pali della Madre de Dios de la Palma vedrai che quest'anno c'è l'eterna cofradiera metafora della vita.
Antonio Burgos. scatola
El Mundo de Andalucía, Mercoledì Santo, 8 aprile 1998